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Un team tutto italiano scopre una barriera chiave per ansia e depressione che protegge il cervello dalle infiammazioni intestinali

Un team tutto italiano scopre una barriera chiave per ansia e depressione che protegge il cervello dalle infiammazioni intestinali

Cervello e intestino sempre più connessi: un team di ricerca guidato dall’HUMANITAS Research Hospital di Milano ha scoperto una barriera che, protegge

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Cervello e intestino sempre più connessi: un team di ricerca guidato dall’HUMANITAS Research Hospital di Milano ha scoperto una barriera che, proteggendo il nostro cervello dalle infiammazioni intestinali, può esporlo ad ansia e depressione.

Scoperto il funzionamento di una delle barriere fra circolo sanguigno e cervello, il plesso coroideo, il cui meccanismo bloccherebbe l’ingresso nel cervello di segnali infiammatori originati nell’intestino e migrati verso altri organi grazie al flusso sanguigno, esponendolo però ad ansia e depressione.

Il plesso coroideo è una struttura presente nel cervello dove viene prodotto il liquido che avvolge l’encefalo e il midollo spinale, a protezione delle delicate strutture del sistema nervoso centrale, e che svolge la funzione di veicolo per l’ingresso di sostanze nutritive e l’eliminazione di quelle di scarto, nonché un ruolo nella difesa immunitaria.

Lo studio è stato condotto usando un modello sperimentale genetico, che consente di “chiudere” la barriera cerebrale senza che ci sia infiammazione dell’intestino, dimostrando che questa avviene con alterazioni del comportamento, determinando un aumento di ansia e un deficit nella memoria episodica.

Il primo passo in avanti da fare ora è capire in quali altre malattie si attiva questa chiusura, ma anche quali molecole possano essere coinvolte nelle anomalie comportamentali per modulare la reazione della barriera. Tra l’altro anche i pazienti con patologie neurodegenerative hanno un intestino permeabile, da cui quindi passano più molecole verso il flusso sanguigno, spiegano i ricercatori.

Ora sappiamo che questa migrazione è correlata a una chiusura della barriera cerebrale e quindi a depressione e ansia – continua la Carloni – Come possiamo riaprire ‘il cancello’ del plesso per combattere questi stati alterati? E ancora, come possiamo modulare la barriera per raggiungere il cervello e consentire il passaggio di farmaci?

Attualmente il team sta studiando la microglia, l’insieme delle cellule immunitarie presenti nel cervello, la cui attività può essere influenzata dai segnali provenienti dal sistema immunitario periferico e che a sua volta interviene in modo importante sulla funzione della sinapsi, la sede di tutti i processi alla base del funzionamento del cervello, inclusi apprendimento e memoria.

Fonte: Greenme

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