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Bce, tassi fermi. Per i mercati calano le probabilità di un taglio a settembre

Bce, tassi fermi. Per i mercati calano le probabilità di un taglio a settembre

Dopo otto sforbiciate, Lagarde si prende una pausa a causa della “eccezionale incertezza”. E lascia aperta ogni ipotesi. Secondo i gestori, tutto è ap

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Dopo otto sforbiciate, Lagarde si prende una pausa a causa della “eccezionale incertezza”. E lascia aperta ogni ipotesi. Secondo i gestori, tutto è appeso agli accordi Usa-Ue

Come ampiamente atteso, la Banca centrale europea (Bce) ha alzato il piede dall’acceleratore. Dopo otto tagli consecutivi, per un totale di due punti percentuali, il consiglio direttivo ha deciso all’unanimità di lasciare i tassi dell’Area euro al 2%, dove li ha portati lo scorso giugno. L’obiettivo è vederci chiaro in mezzo alla “eccezionale incertezza” scatenata dalla guerra commerciale, continuando a farsi guidare dai dati e lasciando la porta aperta a qualsiasi opzione. Compresa quella di una pausa prolungata. Proprio le parole della presidente Christine Lagarde, che è apparsa mettere in stand by ogni futura decisione in attesa di qualche certezza sui dazi, hanno portato i mercati a rivedere le loro attese. Subito dopo la conferenza stampa, infatti, la probabilità di un nuovo taglio a settembre è scesa sotto il 30%, dal 40% della vigilia, mentre quella assegnata a dicembre è al 36,8%.

Mani libere

“L’inflazione è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine”, ha sottolineato il board al termine dell’ultimo meeting prima della pausa estiva, chiarendo che le nuove informazioni sono sostanzialmente in linea con le precedenti stime sulle prospettive del carovita. “Le pressioni interne sui prezzi hanno continuato ad attenuarsi, a fronte di un rallentamento dei salari”, ha aggiunto, evidenziando come le riduzioni del costo del denaro abbiano permesso all’economia europea di resistere nonostante il difficile contesto mondiale. Allo stesso tempo, ha però avvertito l’Eurotower, “il panorama resta eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle controversie commerciali”.  La Bce è consapevole delle “congetture su dove stiamo andando” in merito al negoziato sui dazi con gli Usa, ha poi specificato Lagarde. Spiegando che, pur ponendo molta attenzione agli sviluppi della trattativa e auspicando che “l’incertezza venga sciolta velocemente”, Francoforte continua ad attenersi allo scenario di base pubblicato a giugno. In ogni caso, ha scandito la presidente smorzando le speranze dei mercati, l’Eurotower non intende vincolarsi “ad alcun percorso predeterminato dei tassi”. “Non è possibile nelle attuali circostanze. Siamo ben posizionati per metterci alla finestra”, ha fatto notare. Quanto al forte apprezzamento dell’euro sul dollaro, Lagarde ha infine affermato che l’istituto centrale “non ha come obiettivo alcun livello del tasso di cambio”, ma che questo viene certamente monitorato “dal momento che ha un ruolo nelle previsioni d’inflazione”.

La view dei gestori

“Sebbene la decisione fosse ampiamente prevista, le prospettive restano fortemente incerte”, commenta Giorgio Broggi, portfolio manager di Moneyfarm, sottolineando il riferimento dell’Eurotower sia alla resilienza economica dell’Area sia all’aumento dei rischi legati alle tensioni commerciali globali. “Ora i mercati prezzano come scenario base l’assenza di ulteriori tagli dei tassi nel corso di quest’anno, ma la fiducia rimane bassa e i prossimi sviluppi nei rapporti commerciali tra Usa e Ue potrebbero generare ulteriore volatilità”, avverte. Sulla stessa lunghezza d’onda Martina Daga, macro economist di AcomeA Sgr, secondo cui resta tutto altamente incerto. “A settembre verranno aggiornate le proiezioni macroeconomiche e potremo avere un’indicazione dell’impatto su crescita economica ed inflazione del recente movimento della valuta, se sostenuto, e un quadro più chiaro sul livello delle tariffe, in discussione in questi giorni”, spiega. A suo parere, se le stime su Pil e prezzi dovessero essere riviste ulteriormente al ribasso, sarebbe difficile non considerare un altro taglio, dal momento che già a giugno le proiezioni del carovita puntano a un livello sotto il target nel 2026 (1,6%) e di crescita economica all’1,1%. Per Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, con la crescita che si mantiene stabile e l’inflazione in linea con il target, il ciclo di tagli sta ormai volgendo al termine. “I rischi per le prospettive di inflazione nel medio termine rimangono sostanzialmente equilibrati e la Bce vorrà preservare il prezioso margine di manovra politica convenzionale. Inoltre, si cercherà di ridurre al minimo il rischio di dover invertire la rotta poco dopo aver raggiunto il tasso terminale”, spiega. Per questo, nel suo scenario di base, Veit vede Lagarde procedere probabilmente con un’ultima sforbiciata a settembre. Tuttavia, precisa, “si tratta di una previsione poco convincente, poiché riteniamo che vi siano possibilità pressoché uguali che il ciclo di tagli sia già terminato con l’attuale tasso di riferimento al 2%”. Anche secondo Ulrike Kastens, senior economist Dws, sulla base dei soli sviluppi economici e dell’andamento dell’inflazione, lo spazio per un ulteriore riduzione del costo del denaro appare limitato. A suo parere, però, l’eventuale margine per nuovi interventi dipenderà in ultima analisi dall’evoluzione della politica commerciale: “Quanto saranno elevati i dazi? Si arriverà rapidamente a un accordo che riduca l’incertezza economica? Che impatto avrà tutto ciò sull’economia? Le incognite restano molte”, rimarca. Concludendo che i dati delle prossime settimane saranno determinanti per capire se un nuovo taglio a settembre sia ancora plausibile.

Fonte: focusrisparmio.com

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