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Carta: ” L’Italia è oggetto di attacchi hacker, grave la minaccia ibrida”

L’ex capo dell’Aise, ora a Leonardo, avverte: “Con la pandemia più incisiva la disinformazione con scopi economici e di geopolitica. Italy did it’, ne fu un esempio. Ma solo nei primi sei mesi del 2021 sono stati 36 milioni i cyber attacchi nel nostro Paese»

Carta: ” L’Italia è oggetto di attacchi hacker, grave la minaccia ibrida”

«L’Italia è un bersaglio di Cyber attacchi». E’, dopo la Spagna, il Paese più col in Europa. E la pandemia ha aumentato la minaccia della guerra ibr

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«L’Italia è un bersaglio di Cyber attacchi». E’, dopo la Spagna, il Paese più col in Europa. E la pandemia ha aumentato la minaccia della guerra ibrida: la disinformazione utilizzata con scopi economici e di geopolitica. A lanciare l’allarme è l’ex capo dell’Aise, ora presidente di Leonardo, generale Luciano Carta che, intervenendo a Socialcom21, a Roma, per la prima volta parla del caso “Italy did it”. Una «notizia falsa» secondo cui «si voleva far credere che l’Italia, attraverso l’uso dei satelliti Leonardo, avesse manipolato l’esito delle elezioni Usa trasferendo voti da Trump a Biden».

I DATI

Impressionano le cifre fornite dal generale Carta al convegno sulla comunicazione ai tempi dei social: in Italia nei primi sei mesi del 2021 sono stati registrati 36 milioni di eventi malevoli, + 180% rispetto allo stesso periodo del 2020. Nel mondo sono stati analizzati 1.053 attacchi cyber gravi, + 24% rispetto allo stesso periodo del 2020. I danni economici sono pari al 6% del Pil mondiale».

GUERRA IBRIDA

Raccomandando un’attenzione maggiore alla cyber sicurezza, sottovalutata nel nostro Paese che con 10-20 anni di ritardo solo ora sta correndo ai ripari, grazie anche all’istituzione della nuova agenzia nazionale, sulla cybersicurezza, il generale Carta ha tracciato un quadro geopolitico preoccupante. Non ci sono solo giovani hacker, ma addirittura enti statuali che attraverso l’uso massivo di hacker, lanciano assalti. E l’opportunità della pandemia è stata colta al volo. «L’infodemia ci ha travolti durante la pandemia e rappresenta uno dei sintomi del mutamento del concetto di sicurezza. Dobbiamo ormai fare i conti con quella che viene definita l’hybrid warfare: si combinano la manipolazione dell’informazione con la guerra economica e quella telematica». Emblematico il caso della fake news Italy did it. «Una riedizione del classico di Totò che voleva vendere la fontana di Trevi», spiega l’ex capo dell’intelligence esterna. Ricordando che c’era poco da ridere: «Si è fatto l’uso di una notizia falsa a fini politici e di destabilizzazione. Erano i giorni dell’assalto a Capitol Hill. Secondo Carta esiste poi una questione più profonda, che attiene al rapporto tra l’informazione e i sistemi democratici: «Ciò che caratterizza le minacce ibride nell’ambito del cyberspazio è la capacità di utilizzare, contemporaneamente, massive campagne di disinformazione con l’uso di social media per controllare la politica e la narrazione di eventi, per radicalizzare o per reclutare coloro i quali possono a loro volta divenire veicoli di minacce ibride». Un invito alla responsabilità diretto anche all’informazione.

FICO: «NO A SMANIE DI PROPAGANDA»

L’auspicio del presidente della Camera, Roberto Fico è «una comunicazione capace di fornire, in modo serio e rifuggendo dalle sole smanie propagandistiche le informazioni, che dia gli strumenti adatti ai cittadini per decidere e utile allo sviluppo della societa’». Ma anche l’informazione ha avuto subito alcuni scossoni durante la pandemia. Nel 2021 il Covid dominato su social e informazione. Secondo una ricerca presentata nel corso dell’evento sulla comunicazione al tempo dei social aperto dal fondatore Luca Ferlaino, nel solo mese di novembre 2021 sono stati pubblicati oltre mezzo milioni di articoli contenenti le parole Covid, pandemia e Green pass. Solo 208mila con la parola governo. scossoni che hanno imposto innovazioni. «L’informazione digitale sta crescendo, come testata abbiamo raddoppiato le sottoscrizioni digitali. Un riconoscimento del fatto che l’informazione professionale è stata una specie di ancora sulla quale aggrapparsi nei momenti difficili», ha detto il direttore del Corriere, Luciano Fontana. Per il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, «Non c’è più un prodotto unico quotidiano, ma una serie di prodotti da adattare di piattaforma in piattaforma». Infine c’è la politica, che viaggia ormai nei social ma non ne intercetta il flusso. Sono 64 milioni i followers dei decisori politici (deputati, senatori, ministri, governatori). Hanno pubblicato 698mila post. 384 milioni di interazioni. Ma completamente scollate dai canali social degli italiani, come ha dimostrato la ricerca Blogmeter. Per «monitorare e anticipare i trend». Per questo è stata presentata ieri la piattaforma osservatoriopolitico.it «strumento utile – ha detto la vicepresidente Kleos, Roberta De Marco, per monitorare e anticipare i trends».

Fonte: Corriere della Sera

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