Prosegue la collaborazione tra Meta il colosso del settore ottico EssilorLuxottica per la realizzazione di smart glasses con tecnologie sempre più ava
Prosegue la collaborazione tra Meta il colosso del settore ottico EssilorLuxottica per la realizzazione di smart glasses con tecnologie sempre più avanzate
Gli smart glasses sostituiranno gli smartphone entro il 2030: a sostenerlo, lo scorso ottobre, non è stato esattamente l’ultimo degli opinionisti ma un tale Mark Zuckerberg, tra le altre cose amministratore delegato di Meta. Lo stesso Zuckerberg, col suo nuovo look cherubinesco e t-shirt bianca d’ordinanza, è apparso martedì 4 febbraio 2025 in un videomessaggio registrato per la platea della Transitions Academy, il ritrovo globale della multinazionale EssilorLuxottica andato in scena a Orlando, in Florida. Davanti a un pubblico di addetti ai lavori del settore ottico proveniente da ogni latitudine, Zuckerberg ha confermato l’impegno della sua azienda nella partnership col gruppo franco-italiano, lanciata nel 2021 coi primi Ray-Ban Meta, e spiegato, in sostanza, che la strada degli smart glasses è già quasi del tutto lastricata.
Sono anche belli
Eppure qualcosa è cambiato: all’ultimo Ces di Las Vegas non si contavano i modelli di occhiali futuribili presentati da player americani o asiatici. E quelli che abbiamo potuto provare negli spazi del Jw Marriott Grande Lakes della città della Florida – i Ray-Ban Meta, appunto – fanno foto nitide, registrano video con un tocco di dita, permettono di chiamare, videochiamare e ascoltare musica con le mani libere e, beh, sono anche belli.
Cosa è cambiato, dunque? Marc Ortiz, global head del wearable di EssilorLuxottica, ha spiegato a Wired: “La nostra ricetta ha voluto fondere tech e stile, ma un tech molto essenziale”. E poi aggiunge, “spesso coi prodotti di innovazione si tratta di arrivare al momento giusto”.
Il ruolo delle lenti
Un aspetto particolarmente interessante è l’integrazione dell’AI negli occhiali intelligenti della casa: alla Transitions Academy si è assistito anche alla riuscita testimonianza di come un non vedente può utilizzare i Ray-Ban Meta come una guida, azionando con un “Ehi, Meta” l’assistente che spiega cosa gli o le si trova davanti (la funzione, va però precisato, è al momento bloccata in Italia). Chrystel Barranger, presidente di Transitions Optical – un altro brand di richiamo del settore, con una lunga e onorevole storia fondativa nella fotocromia, fondato in Florida e oggi nella pancia del gigante EssilorLuxottica – pone l’accento sulle nuove Gen S, le lenti di ultima generazione montate dai prodotti della casa, che si scuriscono al sole nel giro di pochi secondi (provare per credere: e noi abbiamo provato). Barranger parla di “un prodotto che si adatta costantemente alla luce in cui ti trovi”, e che con questa regolazione autonoma migliora la vita quotidiana delle persone.
Quando Barranger si è unita al gruppo, nel 2017, le lenti nel settore erano solo grigie o marroni, “e la cosa era un po’ triste”, nota lei, spiegando che il suo team di ingegneri del colore da allora ha lavorato duro per anni per restituire true tones accesi e che potessero allontanare l’idea dell’occhiale come accessorio sul comodino del nonno. Secondo i dati divulgati da Transitions, gli utenti sono sempre più propensi a considerare i loro occhiali come accessori di moda irrinunciabili, e per Barranger questa svolta fashion ha coinvolto anche gli ottici, “rendendo il loro lavoro più sfaccettato e divertente”, o quantomeno fatto di abbinamenti di colori e montature degni di personal stylist navigati.
Più inclusione
Ma la presentazione dell’evento che più ci ha colpito riguarda un altro progetto interno a Luxottica, che si chiama Nuance Audio e si rivolge a persone con disturbi uditivi “da lievi a moderati”: utilizzando gli altoparlanti (sorprendentemente buoni) montati sui Ray-Ban Meta, Nuance Audio riesce, per mezzo di un’app, ad amplificare la voce dell’interlocutore della persona ipo-udente, permettendole di conversare senza tedi.
Davide D’Alena, che guida il team di global marketing di Nuance Audio, ha spiegato a Wired che l’idea viene da un’intuizione tutto sommato semplice: perché continuare a far viaggiare i problemi alla vista e quelli all’udito su binari completamente separati? Perché non provare a correggere entrambi allo stesso tempo? “Dopo aver fatto scouting della tecnologia nel 2023 abbiamo rilevato un’azienda israeliana, Nuance Hearing, che l’aveva implementato nei microfoni table mic, cioè supporti direzionali che amplificano fonti di audio selezionate“, dice D’Alena. Il risultato è impressionante: giocando con l’applicazione associata si può selezionare se “aumentare il volume” del parlato di chi ci sta di fronte, oppure di quello ambientale, e selezionare se cancellare o meno il brusio di fondo della stanza.
Con 1,6 miliardi di persone nel mondo affette da disturbi uditivi (un dato destinato ad aumentare verticalmente nei prossimi decenni), “l’80% di esse presenta problemi lievi, ma proprio per questo molto spesso decide di non correggerli, temendo lo stigma associato all’apparecchio uditivo”, aggiunge D’Alena. La conseguenza, come immaginabile, è che poi questi piccoli disturbi peggiorano, danneggiando irrimediabilmente il senso dell’udito.
EssilorLuxottica ha trovato una soluzione, ed è solo la prima di un viatico – quello all’intersezione tra accessori e dispositivi sanitari – che l’azienda si dichiara più che mai intenzionata ad approfondire, in un futuro non troppo lontano anche con dispositivi in grado di monitorare lo stato di salute del paziente a partire da una montatura e due lenti. Un concetto apparentemente semplice, ma capace di cose rivoluzionarie, come due lenti chiare che diventano color rubino nel giro di pochi secondi, mentre un assistente vocale descrive una giornata di sole sulle piane acquitrinose della Florida.
di Davide Piacenza
Fonte: wired.it