Lufthansa, o chi per lei, è vicina o, forse, ancora lontana. Ma per Ita la sostanza non cambia. La compagnia di Stato, erede in forma ridotta della ve
Lufthansa, o chi per lei, è vicina o, forse, ancora lontana. Ma per Ita la sostanza non cambia. La compagnia di Stato, erede in forma ridotta della vecchia Alitalia, ha bisogno di un socio industriale, forte e in grado di garantire la sopravvivenza del vettore. Il quale, non è un mistero, tra pandemia e concorrenza delle low cost non reggerebbe il colpo.
L’indicazione più importante, arrivata dallo stesso Altavilla, riguarda la futura alleanza strategica. “Ita ha l’obiettivo di arrivare a un’alleanza entro la prima metà dell’anno”. D’altronde “non ha oggi e non li avrà neanche nel 2025, i valori che le consentano di stare sul mercato da sola quindi è necessario inserire la compagnia all’interno di un’alleanza sulla base di pari dignità, a differenza di quanto avvenuto in passato”.
E non sarà una semplice alleanza commerciale, bensì una vera e propria fusione. “Non ci bastano le formule light tipo code sharing o altre menate del genere, stiamo parlando di formule con equity. Abbiamo in corso contatti con operatori europei ed extraeuropei. In precedenza avevano indicato una tempistica per l’anno, ma ci sono le condizioni per accelerarla entro la prima metà dell’anno”.
UN PRIMO BILANCIO
Il Covid, comunque, ha picchiato duro. “Tra dicembre e gennaio, a causa della nuova variante Omicron del Covid, sono stati cancellati 849 voli Ita, circa il 7% del totale”, ha invece chiarito il ceo Lazzerini, aggiungendo che nel primo mese di attività Ita ha fatto registrare una puntualità del 99,4%, chiedendo dicembre addirittura con il 100%.
UN CALCIO AL PASSATO
Una cosa però i manager di Ita hanno tenuto a precisare. E cioè che Ita vuole tagliare i ponti con un passato scomodo e discutibile, quello di Alitalia. “Ita, rispetto al massimo di 2.800 dipendenti che avrebbe potuto assumere, ne ha assunte 2.335, risparmiando così 17 milioni di euro”, ha messo in chiaro Altavilla, innescando in audizione alla Camera, uno scambio di battute con il deputato Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti ai tempi dell’operazione Alitalia-Etihad, che gli fatto presente che quelle persone che non son state assunte sono comunque in carico allo Stato attraverso gli ammortizzatori sociali.
“Non è un problema mio”, ha ribattuto il manager ex Fca, “altrimenti l’azienda diventerebbe una croce rossa dei vecchi dipendenti Alitalia. Non li abbiamo presi perché non sapevamo cosa fargli fare. Intendiamo continuare a sfruttare il bacino dei piloti Alitalia – ha concluso Altavilla – e dei piloti di altre compagnie in difficoltà”.
Fonte: Formiche.net