Legge di bilancio, incontro Governo e parti sociali. CSE: “Auspichiamo manovra che non aumenti diseguaglianze e intervenga su recupero potere d’acquis
Legge di bilancio, incontro Governo e parti sociali. CSE: “Auspichiamo manovra che non aumenti diseguaglianze e intervenga su recupero potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, con equità nel campo fiscale. Ma servono più stanziamenti”
Fisco, pensioni, sanità e lavoro pubblico i focus di CSE nell’incontro con il Governo
Fisco, pensioni, sanità e lavoro pubblico. Questi i quattro temi che CSE, la Confederazione Indipendente Sindacati Europei, ha portato al centro dell’incontro tra Governo e parti sociali sulla Legge di Bilancio. Un incontro dice Marco Carlomagno, segretario generale CSE, “che conferma la volontà dell’esecutivo di confrontarsi con le parti sociali, e soprattutto con tutte le confederazioni sindacali rappresentative del lavoro pubblico e privato”.
“La prossima manovra – commenta Carlomagno – dovrebbe attestarsi su una spesa di circa 16 miliardi di euro, quindi non potrà dare grande spinta all’economia, vista la previsione di crescita del PIL di solo lo 0,1%.”. “Tuttavia, come CSE, esprimiamo le prime valutazioni e le proposte della Confederazione su alcuni dei punti che a nostro parere devono far parte della legge di bilancio per il 2026” dice Carlomagno.
Per prima cosa, c’è la questione del fisco: “In Italia abbiamo un paradosso: più di 100 miliardi di euro all’anno “certificati” tra evasione ed elusione fiscale, costringendo lavoratori dipendenti e pensionati a farsi carico dell’80% del carico fiscale. Chiediamo una vera lotta all’evasione fiscale e all’elusione fiscale ma anche che si prosegua con decisione sulla strada della detassazione del salario di produttività, degli straordinari, della tredicesima mensilità e degli incrementi economici derivanti dai rinnovi contrattuali per il privato, ma anche per il lavoro pubblico. Come CSE auspichiamo che sul fisco si lavori per una riforma organica, che confermi i principi costituzionali della progressività e dell’equità” dice Carlomagno.
Sulle pensioni, dicono da CSE, “ le misure che è possibile ipotizzare nella legge di bilancio avranno la connotazione di provvedimenti parziali e tampone in attesa della riforma che verrà”. Tuttavia, il fatto che l’età pensionabile e i requisiti contributivi della pensione anticipata, stando alle ultime notizie, dovrebbero crescere di 3 mesi, provocando un ulteriore inasprimento dei requisiti di uscita dal lavoro e allungando i tempi di collocamento in pensione, nel segno di quanto già avvenuto negli ultimi anni, vede CSE fortemente contrari. A questo si aggiunge l’utilizzo del TFR accantonato per sopperire alla mancata contribuzione non è una misura sufficiente. In breve, dice Carlomagno: “il combinato disposto tra la mancanza di una significativa flessibilità nelle uscite dal lavoro, la minore tutela del potere d’acquisto delle attuali pensioni, la vergogna del trattenimento indebito del TFS dei lavoratori pubblici, costituisce, se tutte queste scelte fossero confermate, una proposta per noi assolutamente inaccettabile”.
Sulla sanità, CSE chiede: più risorse e un utilizzo migliore di quelle che ci sono; la valorizzazione dei professionisti sociosanitari; il rafforzamento dell’offerta pubblica per ridurre il ricorso al privato; l’aumento della soglia di esenzione dal ticket per reddito familiare, ferma da 20 anni a 36.000 euro lordi l’anno.
Sul lavoro pubblico, infine, “apprezziamo il fatto che siano previsti gli stanziamenti per i rinnovi contrattuali 2025-2027 e chiediamo di predisporre contestualmente tutti gli atti necessari all’avvio delle contrattazioni in Aran, a partire da quei settori che hanno già rinnovato la tornata contrattuale 2022.2024” dice Carlomagno. Nonostante ciò, continua Carlomagno “ci sono molti aspetti attuali che vanno modificati: dalla detassazione del salario accessorio e degli straordinari di cui scrivevamo sopra ai tetti predeterminati al 2016 dei Fondi delle amministrazioni destinati alla contrattazione integrativa; dall’intervento su misure che permettano la piena esigibilità dell’area delle elevate professionalità al rafforzamento di alcune amministrazioni chiave; dal rafforzamento degli organici ispettivi in materia di sicurezza del lavoro, alle misure dedicate alle Agenzie fiscali e all’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, interessate da una riforma prevista da anni ma ora attuata, che non può essere veramente efficace e funzionale in mancanza di risorse dedicate al riconoscimento delle nuove posizioni organizzative e di responsabilità previste”.
Questi elencati sono solo alcuni dei punti che CSE ritiene fondamentali per disegnare una manovra che si possa caratterizzare per un approccio che non aumenti le diseguaglianze, intervenga sul recupero del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati e innesti elementi di equità nel campo fiscale. “Occorre a nostro parere rafforzare le misure di sostegno, costruendo una visione di sviluppo che privilegi la crescita, la ripartenza dell’economia, lo sviluppo tecnologico, il valore del lavoro. È necessario, a tal fine, poter contare sulla disponibilità di ulteriori stanziamenti, aumentando la tassazione sulle speculazioni e sugli extraprofitti, utilizzando appieno tutte le risorse europee, concludendo positivamente i piani previsti dal PNRR” conclude Carlomagno.
Fonte: segreteria generale Federazione Italiana Lavoratori Pubblici flp.it