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Il crollo del turismo estivo avvantaggia Germania e Uk. Danni per le economie di Grecia, Portogallo e Croazia

l'Italia può beneficiare delle spese domestiche che sostituiranno in parte quella dell'estero. Più in crisi la Spagna: nel 2019 il turismo straniero ha pesato per il 6% del Pil. In Grecia il settore impatta sul 25% dell'occupazione.

Il crollo del turismo estivo avvantaggia Germania e Uk. Danni per le economie di Grecia, Portogallo e Croazia

Che impatto sta avendo e avrà lo shock del Covid sul turismo estivo in Europa? E con quali conseguenze sulle economie dei vari Paesi? A queste domande

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Che impatto sta avendo e avrà lo shock del Covid sul turismo estivo in Europa? E con quali conseguenze sulle economie dei vari Paesi? A queste domande, tenendo conto dei dati della prima parte della stagione, gli analisti di Citigroup evidenziano che i danni maggiori si avranno in Grecia, Portogallo e Croazia, mentre a trarne beneficio saranno Germania e Uk. In mezzo l’Italia, che potrebbe limitare i danni molto meglio della Spagna.

Shock asimmetrico

«Le speranze di una ripresa di fine estate del turismo andranno deluse perché i nuovi focolai locali del virus stanno portando a restrizioni nei movimenti cross border – spiegano da Citi – e a soffrire di più saranno le piccole economie con grande surplus di servizi di turismo internazionale, come Grecia e Portogallo, mentre economie più grandi e con deficit nel “travel trade” come Germania e Uk ne beneficeranno, perché molti residenti trascorreranno le vacanze nei propri Paesi».

L’impatto delle limitazioni ai viaggi internazionali – dovute alle restrizioni imposte dai Governi o alla limitata disponibilità di mezzi di trasporto (o anche semplicemente al timore di difficoltà negli spostamenti) – avrà impatti differenti nei vari Paesi, confermando ancora una volta l’asimmetria dello shock del Covid. Per due ragioni principali. «Innanzitutto per il diverso peso del turismo sul Pil dei vari Paesi. Considerando solo l’impatto diretto del settore sulle economie, il turismo pesa per il 7-8% del valore aggiunto in Grecia e Portogallo contro il 4% di Francia e Germania (secondo i dati di Eurostat’s Tourism Satellite Accounts)».

Ben più ampio è il divario se si comprendono anche gli impatti indiretti del turismo sull’economia, che fa salire «il peso del settore al 20% in Grecia (e al 25% dell’occupazione totale) ma solo meno del 10% in Francia».

Consumi esterni e interni

La seconda ragione sta nella diversa quota di consumi esterni di servizi turistici rispetto ai consumi interni. «In piccole economie come Grecia, Portogallo e Croazia – si legge nel rapporto di Citi – i turisti esteri rappresentano quasi per intero il consumo dei servizi turistici dei tre Paesi. E anche una piccola riduzione delle loro spese ha effetti significativi sui consumi interni. Al contrario, il fatto che tedeschi e inglesi restino a passare le vacanze nei propri Paesi impatta positivamente sui consumi interni di Germania e Uk».

Fonte : www.ilsole24ore.com

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