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Imparare a dire NO, insegnano gli psicologi, è necessario per la nostra felicità

Dire no è una cosa molto difficile da fare, è un atto di coraggio. Ma per gli psicologi, è necessario imparare la comunicazione assertiva – ossia esprimere ciò che proviamo in modo chiaro ed empatico – per proteggere il nostro benessere emotivo

Imparare a dire NO, insegnano gli psicologi, è necessario per la nostra felicità

Imparare a dire no e definire i nostri limiti è un grande aiuto per avere una vita più equilibrata e superare lo stress. Dobbiamo solo dirlo senza gen

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Imparare a dire no e definire i nostri limiti è un grande aiuto per avere una vita più equilibrata e superare lo stress. Dobbiamo solo dirlo senza generare più tensione del necessario: quando esplodiamo, è perché abbiamo superato i nostri limiti”, afferma decisa la psicologa Ana Gutiérrez Laso. Senza dubbio, lavorare sull’assertività per imparare a dire di no quando lo riteniamo necessario è un altro pilastro fondamentale per prendersi cura della salute mentale. Anche se non è sempre facile da accettare. Il dire di no ha avuto una cattiva fama e, come sottolinea la psicologa Sara Noheda, fondatrice della piattaforma Happy Change, “non siamo stati educati all‘assertività. Non siamo stati educati a dire no, ma piuttosto a dire sì quando vorremmo dire no. Tuttavia, dire no è una cosa molto difficile da fare. Tuttavia, dire di no è un atto di coraggio, un mettersi al primo posto senza essere egoisti. È necessario, è sano ed è un’arte da imparare e praticare. Non siamo stati educati a dire no, ma a dire sì quando vogliamo dire no”.

Dire NO non significa per forza rifiuto totale

È importante non confondere il rifiuto sistematico con l’apprendimento del rispetto dei nostri limiti, e con il dire no per proteggere il nostro benessere emotivo. Come spiega Gutierréz Laso, “dire no ha un alone di negatività perché è stato superficialmente considerato come un vero e proprio rifiuto. D’altra parte, dire sì è socialmente apprezzato”. Tuttavia, l’esperto conferma che dietro a ogni no c’è un sì, perché “viene stabilito un limite che apre un mondo di possibilità:  dire sì ad altre cose o persone con cui ci si sente più in sintonia in quel momento”. Ogni no, detto con consapevolezza e responsabilità, sarà gravido di un potenziale sì”.

Cosa si guadagna dicendo NO

Per il coach Ixi Avila, è necessario saper stabilire le priorità e mettere al primo posto ciò che vogliamo o di cui abbiamo bisogno. “Raramente ci concentriamo su ciò che otteniamo dicendo di no”, spiega Avila, riferendosi a un altro concetto di cui si parla molto: Jomo, joy of missing out. O, in altre parole, la gioia di lasciare indietro delle cose per essere fedeli alle proprie scelte personali. “Ogni volta che diciamo sì a un impegno, stiamo rifiutando di spendere il nostro tempo in un altro modo, stiamo dicendo no a tutto il resto”, spiega Ávila.

Dire NO è nostra responsabilità

La psicologa Lucía Feito Crespo dell’Istituto psicologico Cláritas insiste sul fatto che la responsabilità di dire no e di porre dei limiti è esclusivamente nostra. “Ci sono persone che hanno reali difficoltà a rispettare se stesse, i loro desideri e le loro motivazioni. Dire di sì quando vorremmo dire di no non fa che indebolirci e generare conflitti interiori e disagi.  Inoltre, danneggia l’autostima e crea falsi concetti di lealtà, nonché emozioni come il senso di colpa o il sentirsi egoisti”.

Dire NO aiuta a superare lo stress

Le persone che hanno lavorato sulla capacità di dire di no quando hanno sempre detto di sì affermano che è stato prezioso per la loro salute mentale.  Ana Gutiérrez Laso afferma che è un buon modo per definire i nostri limiti e superare lo stress. Inoltre, aiuta a prevenire situazioni di disagio in futuro. “La saggezza popolare è chiara quando ci dice che ‘è meglio una volta arrossire che cento impallidire’. Quanti ‘no’ detti per tempo ci avrebbero liberato da una situazione scomoda che non sapevamo come risolvere”. Un’altra possibilità, suggerisce Ávila, è quella, quando si dice no, di proporre alternative, specie se si parla di progetti o iniziative. E poi, “è molto importante evitare scuse e non procrastinare, perché poi è ancora più difficile dire di no”.

L’importanza di liberarsi dalla comunicazione passiva

A volte, quando diciamo sì ma vorremmo dire no, ci aspettiamo che l’altra persona indovini i nostri pensieri e capisca cosa vogliamo veramente, ma questa è una situazione che sottrae energia a entrambe le parti. Per questo motivo, come spiega la psicologa Verónica Valderrama Hernández, la comunicazione, fondamentale nelle nostre relazioni sociali, deve evitare questa qualità passiva in cui non diciamo nulla lasciando libero accesso a quello che ci crea disagio”.

Le emozioni che il nostro NO genera nelle altre persone

Quante volte avete detto sì, quando avreste voluto dire no, semplicemente pensando alle emozioni che potevate generare nell’altra persona? L’empatia è fondamentale nelle relazioni sociali ed è un pilastro basilare della comunicazione assertiva ma, come spiega Paola Rodriguez, psicologa, quando comunichiamo ciò che pensiamo in modo assertivo e rispettoso, non possiamo assumerci la responsabilità delle emozioni che l’altra persona può provare. “Dobbiamo esercitare il nostro diritto assertivo di esprimerci. E ciò che possiamo generare emotivamente parlando con il nostro interlocutore sarà qualcosa che l’altra persona dovrà gestire, ma non possiamo sentirci responsabili delle percezioni o delle interpretazioni degli altri“.

I pilastri della comunicazione assertiva

Imparare a dire di no in modo sano implica saper gestire i pilastri della comunicazione assertiva, ossia imparare a esprimere ciò che proviamo in modo chiaro, efficace e con empatia verso gli altri. A tal fine, è importante essere chiari su ciò che si vuole comunicare. “Non c’è nulla che sia vietato comunicare, sia in positivo che in negativo. Si può dire tutto, ma rispettando l’interlocutore e mostrando il nostro stato emotivo: in questo modo l’interlocutore potrà capire ed entrare in empatia con noi. È meglio essere in grado di esprimere ciò che ci sta accadendo senza aspettare che l’altra persona lo indovini, o faccia ciò che ci aspettiamo”, afferma Feito Crespo, che insiste anche sull’importanza di prestare attenzione alle nostre parole – evitando generalizzazioni come “tutto” o “niente”, “sempre” o “mai” – e di comunicare senza etichettare. “Le etichette fanno molto male e condizionano il nostro comportamento”. E conclude: “Per praticare questo tipo di comunicazione dobbiamo essere concentrati e non lasciarci trasportare dall’intensità delle emozioni o dal pilota automatico”.

Fonte: Vogue.it

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