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Forse abbiamo capito dove sono nate le lingue celtiche

Merito di uno studio di un genetista di fama mondiale, pubblicato di recente su Nature, che ha sostenuto una tesi innovativa

Forse abbiamo capito dove sono nate le lingue celtiche

Uno studio pubblicato il 22 dicembre sulla rivista scientifica Nature potrebbe avere fornito elementi essenziali per individuare dove siano nate in or

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Uno studio pubblicato il 22 dicembre sulla rivista scientifica Nature potrebbe avere fornito elementi essenziali per individuare dove siano nate in origine le lingue celtiche, un ramo oggi praticamente scomparso della famiglia delle lingue indoeuropee, a cui appartengono tutte le principali lingue parlate oggi al mondo fra cui inglese, francese, e anche l’italiano. A partire da una complessa analisi, lo studio arriva alla conclusione che le lingue celtiche potrebbero essere nate in Francia, e non in Germania o in Spagna come si è creduto per diversi decenni.

Lo studio pubblicato su Nature ha circa duecento fra autori e co-autori e il suo campo principale non è la linguistica ma l’analisi genetica. Il principale autore dello studio infatti è David Reich, genetista statunitense fra i più famosi e rispettati al mondo, considerato uno dei fondatori degli studi sul cosiddetto “DNA antico“.

Qualche passo indietro

In estrema sintesi, una decina di anni fa Reich e il suo team scoprirono una tecnica per estrarre e analizzare efficacemente il DNA da campioni biologici antichissimi ed estremamente degradati come le ossa contenute nelle sepolture. Questa tecnica ha permesso loro di compiere analisi molto approfondite sul materiale genetico di persone vissute anche cinquemila o seimila anni fa, e quindi sui principali spostamenti compiuti nella storia recente da gruppi di esseri umani con DNA simile.

Gli studi di Reich sono riusciti a identificare in maniera certa alcune migrazioni di massa che in precedenza gli storici avevano soltanto potuto ipotizzare: per esempio, sono state fondamentali nello stabilire una volta per tutte che il patrimonio genetico degli europei di oggi è formato da tre grandi gruppi di persone, arrivati in Europa in epoche diverse. A sua volta, linguisti e archeologi hanno usato gli studi di Reich per aggiornare le proprie teorie sulla diffusione di lingue e costumi dei nostri antenati.

Negli ultimi anni Reich si è dedicato allo studio più specifico di alcune zone, soprattutto del Regno Unito, a cui ha riservato almeno tre studi negli ultimi anni. L’ultimo, quello pubblicato mercoledì da Nature, riguarda in particolare un’epoca storica precisa, cioè il periodo che va dal 1.300 a.C. all’800 a.C, a cui appartengono i resti di 793 individui analizzati.

Reich ha scoperto che in quei secoli il materiale genetico delle persone che abitavano nell’odierna Inghilterra e in Galles cambiò in maniera modesta ma significativa.

Intorno al 1.300 a.C. questo materiale genetico era derivato per il 31 per cento da un gruppo umano che Reich chiama Early European Farmers (EEF), “antichi agricoltori europei”, arrivato in Europa dal Medio Oriente intorno al 5.000 a.C. Nel giro di cinque secoli la quota di materiale genetico degli EEF aumentò gradualmente per arrivare al 38 per cento registrato in media intorno all’800 a.C. Il cambiamento suggerisce che in quegli anni ci fosse stata una migrazione di massa verso l’Inghilterra e il Galles di persone che avevano una quantità più elevata di materiale genetico degli EEF.

È praticamente certo che questo gruppo di persone sia arrivato da sud: Reich ha individuato quattro individui che hanno una altissima percentuale di materiale genetico degli EEF, compresa fra il 43 e il 50 per cento, e tutti e quattro sono stati sepolti nel Kent, la regione dove si trova la città di Dover, che allora come oggi è la porzione di terra inglese più vicina al continente europeo.

Reich ha anche scoperto che il materiale genetico di queste persone è molto simile a quello di alcune popolazioni individuate in Francia nei secoli successivi. Possiamo dire con ragionevole certezza, quindi, che fra il 1.300 e l’800 a.C. circa ci fu una consistente migrazione di persone dalla Francia verso l’Inghilterra e il Galles.

E quindi, le lingue celtiche?
Sappiamo con certezza che le lingue celtiche fanno parte della famiglia di quelle indoeuropee: lo confermano il lessico, la sintassi, la grammatica, e molti altri elementi ancora. In ibero-celtico, per esempio, “uomo” si diceva uiros. È una parola del tutto simile nel suono e nel significato al latino vir, “uomo, marito”, all’avestico (antico iranico) vira, al lituano vyras. Provengono tutti dal proto-indoeuropeo wihros, “uomo”.

Sappiamo anche che nei secoli prima di Cristo le lingue celtiche erano diffuse un po’ in tutta Europa, dalla Spagna fino ai Balcani e alla Scozia, e che furono parlate in regioni sempre più ristrette con la diffusione del latino e delle lingue germaniche. Oggi sopravvivono pochissime lingue discendenti da quelle celtiche: fra quelle più note ci sono il gallese, il bretone, il gaelico e l’irlandese.

Prima dello studio di Reich però non sapevamo con certezza dove avevano iniziato a diffondersi.

(una mappa della diffusione delle lingue celtiche tratta da “Encyclopedia of Indo-European Culture”, di J.P. Mallory e D. Anthony, 1997)

In origine si era ipotizzato che le lingue celtiche potessero essere nate nell’Europa centro-orientale, quindi fra Austria e Germania, oppure in quella occidentale, in Spagna. Ma gli studi di Reich fanno propendere per una terza ipotesi: e ciò che le lingue celtiche siano nate in Francia.

In base agli studi della linguistica storica, sapevamo già che le lingue celtiche erano diventate un ramo a parte nella famiglia indoeuropea nella tarda Età del Bronzo, quindi circa fra 1.500 e 1.200 a.C.

Il fatto che fra 1.300 e 800 a.C. ci sia stata una migrazione di massa verso l’Inghilterra – senza paragoni nei secoli immediatamente precedenti o successivi – fa pensare che fu in quel momento che le lingue celtiche si diffusero in Inghilterra e più a nord. E che quindi la terra di origine delle lingue celtiche non dovesse essere così lontana: per questo, sulla base degli studi di Reich, l’ipotesi della Francia guadagna molta più concretezza.

«Già diversi ricercatori avevano interpretato elementi linguistici come prova del fatto che le lingue celtiche più antiche si diffusero dalla Francia», nota Reich nello studio di Nature: «La nostra identificazione di una migrazione di massa verso l’Inghilterra e il Galles di persone compatibili con il profilo di quelle che abitavano in Francia fornisce una conferma indipendente a questa ipotesi».

Lo studio pubblicato da Reich e altre decine di co-autori su Nature sarà quasi certamente commentato da decine di storici della lingua ed esperti di lingue celtiche, che lo utilizzeranno per le loro ricerche. Gli esperti di altri campi stanno probabilmente aspettando che Reich pubblichi uno studio sulla loro regione o lingua di interesse, contribuendo a risolvere questioni che ancora oggi sono aperte.

Fonte: Il Post

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