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L’avanzata delle mirrorless: la fotografia non è solo sensori

Da Canon a Nikon, da Leica a Sony, un po’ tutti i produttori puntano sulle macchine senza specchio ma è bene conoscere le differenze con le reflex di oggi I punti chiave

L’avanzata delle mirrorless: la fotografia non è solo sensori

Il tema è vecchio: meglio investire su una mirrorless o su una reflex? La domanda, se posta oggi, produce una risposta diversa rispetto a quella di un

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Il tema è vecchio: meglio investire su una mirrorless o su una reflex? La domanda, se posta oggi, produce una risposta diversa rispetto a quella di un decennio fa, quando agli occhi dei professionisti e degli appassionati esperti non c’era partita. Il fatto che tutti i grandi produttori storici e non – da Canon a Nikon, da Leica a Sony, da Panasonic a Fujifilm – stiano puntando decisamente sulle prime esprime di per sé una tendenza. E non solo per il vantaggio del peso e delle dimensioni ridotte che il mercato ha immediatamente riconosciuto alle fotocamere senza specchio.

Proviamo a spostare l’attenzione sul piano squisitamente tecnico e funzionale. Molti addetti ai lavori tra cui gli osservatori di cose tecnologiche in particolare esaltano delle mirrorless il pregio di essere più dinamiche quanto a capacità di recepire le innovazioni, altri ribadiscono a favore delle reflex la tecnologia consolidata e l’essere geneticamente più robuste.

L’assenza dello specchio per riflettere la luce al momento dello scatto e la presenza di un mirino elettronico per comporre l’inquadratura elaborata in digitale è il crocevia che separa i due “mondi”. Ed è proprio su questo piano che le mirrorless full frame di nuova generazione si giocano la sfida, spesso vincendola, esibendo sensori con caratteristiche identiche a quelli delle rivali.

E più il sensore è grande, intelligente e veloce, più sale il livello delle prestazioni della macchina. Con o senza specchio. Il termine full frame ricordiamo si riferisce alle caratteristiche del sensore della macchina fotografica che ha una dimensione di 36 mm di larghezza e 24 mm di altezza (24×36). È stato uno standard introdotto da Kodak nel 1934 nel mondo delle pellicole e visto il suo successo anche cinematografico (dove però il fotogramma si sviluppava trasversalmente alla pellicola, e quindi era più piccolo) che ha riscosso, lo si è tenuto anche per il passaggio al digitale.

Qualità delle immagini? Più o meno uguale

C’è differenza fra la resa delle immagini di una mirrorless di fascia alta e una reflex? Praticamente nessuna o quasi. E sulle capacità dell’autofocus? Idem, se parliamo delle mirrorless più recenti. Altro punto chiave per il confronto sono gli obiettivi. Le ottiche delle mirrorless sono generalmente più piccole e leggere, ma in alcuni casi hanno la stessa dimensione di quelle per il formato reflex.

Ecco allora una chiave di lettura sempre d’attualità: attenzione al rapporto fra corpo macchina e obiettivi che si vogliono utilizzare, pena il rischio di avere un apparecchio sì performante ma sbilanciato all’utilizzo pratico. Sulla scelta delle ottiche, dall’ultima edizione della Berlino Photo Week, arriva un segnale inequivocabile dalla giapponese Tamron, che ha lanciato un nuovo teleobiettivo da 150-500mm con stabilizzatore di immagine e autofocus integrati. A quali prodotti è destinato? Alle mirrorless di Sony. E lo stesso dicasi per il nuovo super zoom sportivo da 150-600mm di Sigma, anch’esso rivolto alle macchine senza specchio dei principali marchi.

Le differenze

Se le capacità di scatto a raffica sono superiori nelle mirrorless e la durata della batteria è invece nettamente appannaggio delle reflex, sulle prestazioni video (la sfida oggi è sostanzialmente a favore delle prime (il 4K è standard su praticamente tutti i modelli di fascia medio-alta). Cosa scegliere, quindi, per un nuovo acquisto? Dando un occhio ad alcune delle new entry in campo mirrorless, la risposta pende dalla parte di queste ultime. Tre nomi. Sul mercato dall’autunno (con costi, si dice, competitivi), la Eos R3 di Canon ricalca a livello di design l’impugnatura verticale delle macchine con il pentaprisma e porta in dote un sensore Cmos retroilluminato, un sistema di autofocus Dual Pixel, scatto continuo fino a 30fps (anche in formato Raw) con otturatore elettronico e video in ultra-definizione. Della Nikon Z fc si può invece apprezzare, oltre alle tante funzioni gestite dal software che la rendono sulla carta perfetta per la street photography e non solo, l’estetica vintage con la custodia in materiale simil-pelle.

E poi c’è Leica, uno dei marchi per i palati fini della fotografia. La SL2-S, con corpo macchina rigorosamente in alluminio e certificazione IP54 (contro caldo, freddo, polvere e umidità) promette scatti al top grazie al sensore Cmos da 24 megapixel ed esibisce una spiccata vocazione per le riprese video in 4K. Costa però tanto, oltre 4.600 euro. Come e più di una reflex.

Fonte: Il Sole 24 ore

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