HomeAgriculture, Automotive, Texiles, Fashion & Other

Accordo Usa-Giappone spinge il settore auto in borsa

Accordo Usa-Giappone spinge il settore auto in borsa

Il settore automobilistico europeo, uno dei comparti con le peggiori performance in borsa nel 2025, sta vivendo oggi un’ondata di euforia. Le quotazio

Mercato del lusso frena nel 2024, crescita (moderata) nel 2025: i dati di Altagamma
Le prime immagini inviate dalla sonda che ha “toccato” il Sole
HOW to MONETIZE AN ART COLLECTION

Il settore automobilistico europeo, uno dei comparti con le peggiori performance in borsa nel 2025, sta vivendo oggi un’ondata di euforia. Le quotazioni dei principali produttori di auto europei sono balzate in avanti in seguito all’annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone, un evento che ha generato un forte “relief rally” e ha dissipato parte dell’incertezza legata ai dazi globali.

Balzo dei titoli auto europei e giapponesi

Lo Stoxx 600 Automobiles & Parts è il migliore performer di giornata tra gli indici settoriali del Vecchio Continente, con un rialzo intorno al 3,5%, nettamente superiore al guadagno dell’1% circa del benchmark generale. Tra i titoli che hanno registrato i rialzi più significativi si segnalano:

  • Porsche: +7,6%
  • Stellantis: +6,1%
  • Mercedes: +5,9%
  • Volkswagen: +5,4%
  • BMW: +4,8%
  • Renault: +3,2%.

I progressi dei costruttori europei seguono il balzo dei loro corrispettivi giapponesi. Nella seduta di oggi, Mazda ha guadanato il 17,8%, Subaru il 16,6%, Toyota il 14,3% e Mitsubishi Motors il 13% in scia all’intesa Usa-Giappone, con il Nikkei in rialzo del 3,6%.

Perché l’accordo USA-Giappone sostiene il settore auto

L’accordo commerciale raggiunto da Donald Trump con il Giappone prevede l’imposizione di dazi del 15% sulle importazioni dal Paese asiatico. Contestualmente, è stato istituito un fondo di 550 miliardi di dollari destinato a investimenti negli Stati Uniti e Tokyo ha promesso di aumentare gli acquisti di automobili, riso e altri prodotti agricoli statunitensi. Questo accordo ha scongiurato l’applicazione di un’aliquota del 25%, minacciata e in procinto di entrare in vigore la prossima settimana.

Il Primo Ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha confermato che automobili e componenti saranno soggetti alla stessa aliquota del 15% applicata ad altre esportazioni giapponesi. In cambio, il Giappone accetterà auto e camion costruiti secondo gli standard di sicurezza statunitensi, eliminando requisiti aggiuntivi che in precedenza ostacolavano le vendite di veicoli americani nel Paese. Questa clausola, in particolare, è stata uno dei principali punti di attrito nei negoziati e la sua risoluzione ha contribuito a infondere fiducia nel mercato.

Gli analisti di Oddo sottolineano il “sollievo per la chiarezza tariffaria e una migliore competitività delle esportazioni”.  Un’aliquota del 15%, se applicata anche all’Europa, rappresenterebbe un “forte onere strutturale per i carmaker tedeschi”, ma la chiarezza sui dazi è vista come un fattore cruciale per la visibilità degli stakeholder e un quadro più chiaro fra due delle maggiori economie mondiali riduce l’incertezza generale sul commercio internazionale, che aveva frenato il settore auto.

Come evidenziato da Mps Capital Services, al momento la tariffa del 15% pone il Giappone “in una posizione di vantaggio rispetto ad altri importanti esportatori di veicoli, che da aprile si trovano ad affrontare un’imposta del 25% sulle esportazioni di tale settore”.

Dazi, si avvicina la scadenza del 1° agosto: focus su negoziati Usa-Ue

L’accordo con il Giappone arriva a pochi giorni dalla scadenza del 1° agosto, termine ultimo fissato dal Presidente Trump per l’imposizione dei cosiddetti dazi “reciproci” che colpiranno decine di partner commerciali. Nonostante un iniziale periodo di sospensione di 90 giorni per negoziare accordi bilaterali, gli Stati Uniti hanno finalizzato solo pochi patti, spingendo Trump a minacciare unilateralmente altre tariffe.

Aspettando l’esito dei colloqui in corso con le maggiori economie globali, come l’Unione Europea e l’India, Trump ha annunciato che circa 150 paesi più piccoli saranno colpiti da un’aliquota generale tra il 10% e il 15%. Inoltre, ha raggiunto un’intesa con le filippine per aliquote del 19% sulle esportazioni da Manila.

Riflettori puntati soprattutto sui negoziati con l’UE, la cui industria automobilistica vive già una fase delicata, appesantita dalla concorrenza cinese e dalla difficile transizione verso l’elettrico.

Fonte: finanzaonline.com

 

Commenti