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Un iceberg dall’Antartide agli Emirati Arabi

Un iceberg dall’Antartide agli Emirati Arabi

È possibile trasportare una montagna di ghiaccio dall'Antartide ad Abu Dhabi? C'è chi ancora ci pensa, e annuncia che lo farà. La National Advisor

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È possibile trasportare una montagna di ghiaccio dall’Antartide ad Abu Dhabi? C’è chi ancora ci pensa, e annuncia che lo farà.

La National Advisor Bureau, una società con sede a Masdar (Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti), lavora per trasformare in realtà un progetto finora considerato fantascientifico: trainare un iceberg dall’Antartide agli Emirati, e trasformarlo in una gigantesca riserva di acqua dolce.

Il progetto prevede di agganciare un iceberg a circa 1.000 chilometri dalle coste dell’Antartide e di trainarlo per circa 8.000 km, fino a Fujaira, uno dei sette Emirati dell’Unione: secondo le stime, un iceberg di medie dimensioni potrebbe garantire acqua a un milione di persone per 5 anni! Un miracolo, in una regione del mondo dove non piove mai e la ricchezza è ostentata anche attraverso i più bizzarri utilizzi dell’acqua.

Abdullah Mohammad Sulaiman Al Shehi, funzionario del Governo e responsabile della NAB, ha dichiarato che, nonostante lo scetticismo che hanno sempre incontrato progetti del genere, la rotta del “trasporto speciale” è stata studiata in dettaglio e messa alla prova con un complesso simulatore che ha considerato tutte le possibili varianti, e che il risultato è stato positivo: per la NAB l’impresa è dunque possibile.

«Il rimorchiatore impiegherà un anno per trasferire l’iceberg dall’Antartide: contiamo di avviare il progetto all’inizio dell’anno prossimo», ha affermato Sulaiman Al Shehi: «e un iceberg in casa porterà non solo l’acqua dolce, ma avrà risvolti positivi anche sul nostro clima e sul turismo.»

FISICA E TURISMO. È per davvero possibile trasportare una montagna di ghiaccio per 8.000 km senza che si trasformi in un cubetto? Se nella virtualità del simulatore tutto fila liscio, nella pratica è invece tutto da dimostrare: alla NAB l’idea è però che gli iceberg non si liquefano facilmente, perché più dell’80% della loro massa si trova sotto l’acqua e quel che resta al di sopra è bianco e riflette la maggior parte dei raggi solari.

Quanto ai turisti, un iceberg davanti alle coste di uno dei Paesi più desertici al mondo richiamerà sicuramente un gran numero di curiosi: «Basti pensare a quante persone richiamano gli iceberg che passano davanti a St John’s, in Canada», afferma Sulaiman Al Shehi.

COSTI QUEL CHE COSTI. Un progetto, insomma, all’insegna della più cieca fiducia nei mezzi tecnologici, nel mare, nel meteo… «Senza dimenticare che questa è l’acqua più pura del pianeta», afferma Sulaiman Al Shehi, il quale però si è rifiutato di dare una qualunque idea di quelli che saranno i costi della missione – non è la prima volta che si parla di trasportare un iceberg attraverso mezzo mondo per portare acqua dove non c’è: l’idea ricorre dagli anni ’70, ma non se ne fece mai nulla sia per le tante incertezze sia per gli enermi costi che avrebbe infine anche un solo bicchiere di quell’acqua.

PIOGGIA SUL DESERTO? Un iceberg davanti agli Emirati Arabi non sarebbe solo fonte d’acqua dolce e attrazione turistica, rammenta Sulaiman Al Shehi, ma potrà anche fare piovere: «Si creerebbe un vortice d’aria umida su tutta la regione, e il freddo sarà sufficiente a far condensare il vapore acqueo nell’aria e originare nubi e piogge».

 

 

 

 

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