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Vendemmia, quest’anno raccolto in calo del 24%. Ma vola la domanda di vino italiano all’estero

Vendemmia, quest’anno raccolto in calo del 24%. Ma vola la domanda di vino italiano all’estero

"Per effetto delle condizioni climatiche anomale quest`anno la vendemmia sarà tra le più scarse del dopoguerra". Tuttavia, "vola la domanda del vino i

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“Per effetto delle condizioni climatiche anomale quest`anno la vendemmia sarà tra le più scarse del dopoguerra”. Tuttavia, “vola la domanda del vino italiano all`estero che per effetto di un aumento del 6,3 % in valore fa registrare il record storico rispetto allo scorso anno quanto erano stati raggiunti su base annuale i 5,6 miliardi di euro”. E` quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero, commentando le ultime stime di Assoenologi che indicano un calo dei raccolti record del 24% per una produzione che supererà a malapena i 41,1 milioni di ettolitri, tra le più scarse dal 1947.
La vendemmia del 2017 per effetto del caldo e della siccità si classifica – sottolinea la Coldiretti – come la più precoce dell`ultimo decennio con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno è dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico con un inverno asciutto e più mite, un precoce germogliamento della vite che ha favorito danni da gelate tardive ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate.
Si mantiene comunque il primato produttivo mondiale davanti alla Francia dove – conclude la Coldiretti – le prime stime per il 2017 danno una produzione in forte calo sul 2016, per un totale stimato attualmente tra i 36-37 milioni di ettolitri a causa delle gelate tardive. E non va meglio neanche in Spagna dove a ridurre la produzione oltre ad alcune zone colpite dalle gelate tardive è la siccità che sta mettendo a dura prova i viticoltori.
La situazione produttiva in Italia è variegata a livello regionale con cali del 40% previsto in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del 30% in Toscana, Puglia, Abruzzo, Molise, Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d`Aosta, del 25% nelle Marche e in Lombardia, In Sardegna del 20% mentre in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto la riduzione è del 15% e in Trentino Alto Adige del 10%. In controtendenza la Campania, dove si stima un aumento del 5%.
Dal punto di vista qualitativo se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
Dalla vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone, La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall`industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.

 

 

 

 

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