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Rapporto Oxfam: L’1% della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99%

Rapporto Oxfam: L’1% della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99%

Gli ultimi dati del rapporto Oxfam diffuso alla vigilia del World Economic Forum di Davos registra un aumento del divario ricchi-poveri, con l'arrivo

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Gli ultimi dati del rapporto Oxfam diffuso alla vigilia del World Economic Forum di Davos registra un aumento del divario ricchi-poveri, con l’arrivo di un nuovo miliardario ogni due giorni.

L’1% più ricco della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99%. E si arricchisce sempre di più: l’82% dell’incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi ricchi, mentre al 50% più povero – 3,7 miliardi di persone – non è arrivato nulla.

Il rapporto calcola, inoltre, che un giorno di reddito di un amministratore delegato vale in Usa un anno di salario di un dipendente.

Un terzo del volume dei dividendi dei cinque principali marchi dell’abbigliamento garantirebbe salari dignitosi per 2,5 milioni di vietnamiti impiegati nel settore.

Oxfam ha poi inviato una lettera, che contiene i dati sulla disuguaglianza in Italia, ai candidati premier delle prossime elezioni del 4 marzo per sollecitare un impegno contro la povertà e per ridurre il divario della ricchezza. Il testo, pubblicato sul sito, sollecita risposte concrete dai premier e si impegna a pubblicare le risposte che arriveranno.

Le misure proposte da Oxfam in campo fiscale sembrano andare controcorrente rispetto al dibattito sulla “flat tax”, un’aliquota unica per la tassazione sui redditi. Secondo l’ong, infatti, “una maggiore progressività dei sistemi fiscali e misure di contrato all’evasione e all’elusione garantiscono una più equa distribuzione delle risorse in Italia”.

Sul fronte del lavoro, invece, si chiedono “misure e incentivi a sostegno di modelli imprenditoriali virtuosi, che praticano una maggiore equità retributiva e garantiscono livelli salariali dignitosi” ma anche “l’introduzione di un tetto agli stipendi dei manager, in modo da contenere il divario retributivo nel rapporto da 20 a 1” oltre all’ “eliminazione del divario retributivo di genere” tra uomini e donne.

Il terzo capitolo riguarda la spesa pubblica e viene sostenuto che “per ridurre le disuguaglianze sono fondamentali servizi pubblici di qualità in ambito sanitario ed educativo, adeguatamente sostenute dal bilancio pubblico” e “senza disparità dovute al contesto territoriale”.

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