HomeEuropa e economia

Istat. Aumenta il reddito delle famiglie ma anche le disuguaglianze

Istat. Aumenta il reddito delle famiglie ma anche le disuguaglianze

Dalla quinta edizione del rapporto sul benessere equo e sostenibile realizzato dall’Istat emerge  che continua ad aumentare il reddito delle famiglie

Brexit: l’apocalisse economica che non c’è stata
Pagamenti, digitali con carte prepagate: 4 mila miliardi di transato entro il 2028
Fs: ricavi per 13,7 miliardi e utili in crescita nel bilancio 2022

Dalla quinta edizione del rapporto sul benessere equo e sostenibile realizzato dall’Istat emerge  che continua ad aumentare il reddito delle famiglie italiane ma al tempo stesso aumentano anche le disuguaglianze.

Il rapporto indica che nel 2016 continua ad aumentare il reddito disponibile delle famiglie consumatrici (+1,6% rispetto all’anno precedente); in termini pro capite, il reddito medio disponibile è pari a 18.191 euro.

Secondo i dati di Contabilità nazionale, la crescita di reddito nel 2016 conferma la tendenza positiva già registrata nel 2015. La disponibilità di dati sulla distribuzione del reddito al 2015 consente di rilevare un incremento più intenso per il quinto più ricco della popolazione, trainato dalla decisa crescita nella fascia alta dei redditi da lavoro autonomo, che avevano registrato ampie flessioni negli anni precedenti. Di conseguenza, è aumentata la disuguaglianza: il rapporto tra il reddito posseduto nel 2015 dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con i redditi più bassi è salito a 6,3 dal 5,8 registrato nel 2014.

Resta alto il numero di persone in condizione di forte disagio: nel 2016 l’incidenza della povertà assoluta, più che raddoppiata durante la crisi, si è mantenuta su valori elevati (7,9%) ed è ulteriormente aumentata tra i minori (12,5%, corrispondente a 1 milione 292mila) mentre gli anziani si confermano il gruppo meno fragile (3,8%). L’incidenza di povertà assoluta raggiunge il valore massimo tra gli stranieri (sia in famiglie miste sia in famiglie di soli stranieri) i quali risultano assolutamente poveri in un terzo dei casi (contro meno di 1 su 20 tra gli italiani).

Commenti